11/11/08

Situazione

Fateci caso, se potete e contate quante volte al dì vi capita di sentire "situazione/i"
Ragazzi, è come un tarlo per PZ, una situazione. Disagio.
Da mesi.
Sento situazioni ovunque.
Cerco su Wikipedia una definizione per situazione e non la trovo. Scontata.
Sono in una situazione di sconforto.
Io che la situazione a squola me la ricordo.
E che non ho mai vissuto situazioni, ma solo rifacimento, rivoluzione, cazzeggio.
Di fare, di pensare, di comunicare, di inventare, di creare, di mandare.
Ma situazioni, cioè snapshots immmmobbili non ne ho vissute.
Non esistono se non nel verbo dei media e ovviamente inalati come coca dal vulgo (e qui la definizione la trovo al volo su wiki) che usa la parola a dismisura e fuori luogo, tanto per.
Oggi vedo tg, sento la gente e leggo sui blog (altro ambito maggico da tenere d'occhio) e sono tutte situazioni.
Situazioni.
Situ: il posto. fermo. identificabile. dal quale è difficile muoversi.

Nel mondo nel quale vive PZ questo non esiste.

Ci sta la samba, il roteare, il movimento, la ricerca, il fare.

2 commenti:

papillon ha detto...

xxx

papillon ha detto...

caro PZ,
ti mando una poesia. Io la conoscevo già, attribuita erroneamente a Pablo Neruda.
Invece ora scoprono che è di Marta Medeiros. Si intitola "Ode alla Vita".

Sentita stamattina, quando si è accesa la radiosveglia a darmi il buongiorno.

Possiamo aggiungere una riga, alle tue riflessioni sulle "Situazioni".

"Muore lentamente chi resta intrappolato nelle sabbie mobili delle "Situazioni" e non ha il coraggio di uscirne.


"Ode alla Vita" di Marta Medeiros

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento
di una splendida felicità.